E sembra che qui nulla si muova, né mai si sia mosso, né mai si muoverà, salvo io, che non mi muovo neanch’io quando sono qui, bensì osservo e mi mostro
Molloy, Beckett S, Paris, Les Editions de Minuits, 1951
Traduzione di A. Tagliaferri, Einaudi, 2012
L’opera mette in risalto l’influenza e il controllo che l’uomo esercita sull’ambiente circostante. Emerge un messaggio poliedrico circa la logica di mercato e di sistema nel suo complesso.
Nell’opera si evidenzia la congiunzione tra uomo e natura in un intreccio che giunge a un momento di contrasto, in cui l’ambientazione costruita dall’uomo si fonde con la manifestazione simbolica della vita.
“Di ciò che avviene all’uomo nulla è mai naturale, perché la sua presenza mette in questione il mondo”.
Simone de Beauvoir
Molloy
Molloy è una storia senza Storia in cui l’osservatore è lasciato con un indizio nell’opacità del nostro mondo. Molloy è la ricerca di un mistero, l’inseguimento di un’ossessione. Molloy prende spunto dall’omonimo romanzo di Samuel Beckett. Di quel romanzo questo lavoro riprende le atmosfere e la sospensione del senso proprio della nostra epoca.
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Digital, from 2016 long-term project
Autoscatti, Artist performance